

Lo stadio Giuseppe Sinigaglia sorge nella città di Como in riva al Lago. Disegnato da Giuseppe Terragni si erige tra i giardini del Tempio Voltiano e l’hangar dell’Aero Club Como, la Canottieri Lario si trova di fronte al settore distinti ed il Novocomum, in prossimità della tribuna centrale.
A Giovanni Greppi fu affidato il progetto di costruire lo stadio su volere di Benito Mussolini. Lo stadio Giuseppe Sinigaglia fu uno dei primi esempi di architettura razionalista in Italia e venne dedicato al campione di canottaggio Giuseppe Sinigaglia, caduto nella prima guerra mondiale.
La Capienza dello stadio è di 13.602 spettatori, che ha raggiunto i 18.000 durante il periodo in Serie A della squadra comasca. Dalle curve del settore distinti è possibile ammirare direttamente il lago di Como. La tribuna coperta è stata demolita per essere ricostruita nel 1990. Stessa sorte è toccata successivamente al settore distinti negli anni 90 ed alla curva di casa con una struttura in tubi innocenti. Nel 2003-2004 è stata ricostruita la curva ospiti, passando dalla struttura in cemento più ampia.
In occasione delle Celebrazioni Voltiane del 1927 si decise di costruire lo stadio di Como. I lavori iniziarono nel 1926 sul terreno donato dal podestà Baragiola e su progetto dell’architetto Giovanni Greppi di Milano. Lo stadio fu dotato di una pista di ciclistica di 500 metri e di una di podistica di 450 metri, il campo da calcio di circa 7200 metri quadrati poteva ospitare 6000 persone. Opera di vanto della città di Como e del fascismo venne elogiata dal presidente del CONI Lando Ferretti nella sua visita del 1927. Lo stadio fu inaugurato il 30 luglio del 1927 ed in quello stesso anno si tennero le prime olimpiadi ciclistiche su pista, quelle di ginnastica e le gare internazionali di calcio.
Il Giro di Lombardia si concluse proprio dentro lo stadio dal 1960 al 1974. Dal 29 marzo al 1° aprile 2013 ospitò la fase finale della NextGen, nel 2004 ospitò i Deep Purple in concerto, nel 2008 Jovanotti e nel 1996 atterrò l’elicottero di papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita.